Un racconto che ti prende il cuore. Non ero a conoscenza di questo pezzo di storia che hanno dovuto attraversare molte famiglie in povertà. Dopo aver letto il libro ho visto il film che a mio avviso è riuscito benissimo , straordinario davvero.
Il treno dei bambini
Finalista al Premio Wondy per la letteratura resiliente 2021
A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai raccontato con tanto ostinato candore.
«Affilato e toccante» – Il Venerdì
«Ci siamo letteralmente innamorati di questo romanzo di formazione così commovente. Una storia piena di tenerezza, ironia e umanità» - Juan Milà, Harper Collins
«Uno di quei libri che rimangono sottopelle, che lasciano immersi nella storia anche quando l'ultima pagina si è chiusa» – Io Donna
È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l'intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un'iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l'ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un'Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c'è altro modo per crescere.-
Autore:
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Tizy 27 ottobre 2025Emozionante
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Alessia 13 agosto 2025
Che meraviglia questo libro, emozionante e innocente, l'ho divorato in una giornata! La storia è bellissima e la scrittura mi è piaciuta davvero tanto, basta una sola frase per farti emozionare. Se tutti i libri di Viola Ardone sono così, li voglio leggere tutti!
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Dedi 12 agosto 2025Nostalgia
Questo libro parla di treni: partenze e arrivi e nuovi inizi, tristi ritorni, fughe; parla di affetti: non espressi o mal espressi, eppure costanti a dispetto di distanze, reali o metaforiche, anche quando non arrivano alle soglie della nostra coscienza; parla di vita: complicata sempre, non fa differenza se ci si mette di traverso pure la povertà, un’importante aggravante che si porta dietro ulteriori ferite come non bastassero quelle che la vita in sé ci infligge, ma che da sola non giustifica la difficoltà di essere; parla di ritorni: ai ricordi, alle origini, a quello che abbiamo perduto. Le ultime pagine del libro più volte mi hanno fatto venire in mente il film “Nuovo cinema Paradiso”: bellissimo il film, bellissimo questo romanzo.
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