Sfida cruciale. I casi dell'ispettore Erlendur Sveinsson. Vol. 10

Il romanzo è più di un classico giallo. Ambientato in piena Guerra Fredda, vi troviamo una vera e propria Spy Story. Partendo dall’omicidio di un incolpevole ragazzo, il libro si dipana (come è solito fare Indriđason) narrando al contempo gli sviluppi delle sempre più complicate indagini e, in questo libro, la storia personale di Marion Briem (diventerà superiore del più conosciuto Erlendur). Oltre agli avvenimenti che realmente si svolsero nel 1972, durante la “sfida del secolo” tra gli scacchisti Spasskij (russo) e lo sfidante Fischer (americano), pagina dopo pagina al lettore gli si svela al contempo sia la strumentalizzazione che da questa sfida ne scaturì, sia il clima psicologico di quegli anni, fatto di una forte contrapposizione politica, ideologica e militare che cinicamente non prevedeva giustizia per i comuni mortali. La lettura è piacevole e scorrevole.

Anche se non manca il personaggio di Erlendur, che abbiamo imparato ad apprezzare, con il suo carattere introverso e schivo, segnato dai tragici eventi dell'infanzia, chi finalmente ci viene presentata è Marion, che altrove compare solo di sfuggita, e possiamo conoscerne le origini, la storia altrettanto dolorosa, il fascino della mente brillante. La storia narrata è fra le migliori, collocata peraltro in un ben preciso contesto storico e in un altrettanto definito ambiente culturale. Davvero avvincente, altrettanto commovente.

Romanzo molto interessante, capace di ricreare l'atmosfera della guerra fredda e di andare indietro nel tempo e nella storia dei suoi personaggi. Il libro è incentrato sulla figura di Marion Briem, superiore e mentore di Erlendur. Per chi come me ha letto tutti i romanzi di Erlendur, è bello conoscerla da giovane, visto che negli altri romanzi è in fin di vita. La storia è intrigante e coinvolgente. Consigliato ha chi apprezza la saga di Erlendur, ma anche a chi vuole iniziare a conoscerlo.