Un libro appassionante, riflessivo e illuminante. Assolutamente consigliato
Ogni mattina a Jenin
Pubblicato precedentemente con il titolo Nel segno di DavidUn romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il Cacciatore di aquiloni ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria".
Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca 30 settembre 2025emozionante e riflessivo
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Paulmusic 29 settembre 2025Testo di assoluto riferimento
La terribile realtà in Medio Oriente che noi stiamo vivendo anche solo "da lontano" deve essere comunque avvertita e sentita come propria da tutti noi. La letteratura, come sempre, può aiutarci a tenere gli occhi aperti (o anche ad aprirli per la prima volta) sull'orribile politica genocida subita dai palestinesi. Questo testo è di fondamentale centralità, in questo senso.
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Francesca 29 settembre 2025Uno strappo sul cuore
E' una lettura lacerante, ho pianto tantissimo. Terribilmente attuale, purtroppo
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