(Firenze 1568-1646) scrittore italiano. Nipote del grande Michelangelo, fu accademico della Crusca e studioso appassionato della lingua. Scrisse satire, capitoli, cicalate, enigmi, «feste» e favole teatrali di carattere pastorale, marittimo o burlesco. Di lui sono note in particolare due commedie, La Tancia (1612), 5 atti in ottave, e La Fiera (1618), 25 atti (5 giornate di 5 atti ciascuna) in endecasillabi alternati a settenari: tutt’e due molto dispersive, ma non prive di spunti ameni, specie in alcuni episodi di vita rustica, raffigurata con un senso curioso e preciso del costume e in una lingua molto colorita.