Desideravo leggere questo libro da tempo, ma il tempo spesso non basta mai, quindi, grazie al Bookcrossing, sono finalmente riuscita a recuperare La solitudine dei numeri primi di cui avevo visto il film anni fa al cinema, ma ad oggi non ricordo assolutamente nulla. La mia curiosità era così alle stelle che ho messo da parte molti libri che amo e che non vedo l’ora di rileggere in mezzo a pile infinite di storie ancora da scoprire. Ebbene. Posso iniziare dicendo che non mi piace scrivere recensioni negative, per me non è piacevole mettermi a parlare male di un libro che non mi è piaciuto, anche perché non ci trovo nessuno stimolo. Mi dispiace tantissimo se questa storia o buona parte di essa si sia ispirata in qualche modo a qualcosa di personale da parte dell’autore, davvero mi dispiace tantissimo, ma io penso di avere appena finito uno dei libri peggiori che abbia letto nella mia breve vita di lettrice. Non voglio entrare nei dettagli per non fare spoiler, ma sul serio mai, mai mi era ancora capitato di leggere un libro così pieno di catastrofi, una dietro l’altra, senza alcun approfondimento, senza un minimo spazio di speranza, coerenza, o di resilienza. In fondo, la letteratura non dovrebbe fare proprio questo? Offrire spunti di riflessione per i lettori, e incoraggiarli a credere sempre in un futuro migliore, sempre e comunque? In questa storia non c’è assolutamente niente, niente che faccia anche solo pensare a qualcosa di vagamente positivo, o sano, o normale. È tutto un perenne precipitare nel vuoto, o nel nulla completo. Ma siccome non mi piace lasciare le cose a metà, appena riesco recupero anche il film, voglio vedere se magari è stato cambiato qualcosa… in meglio, perché peggio di così…
La solitudine dei numeri primi
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Amanda 30 settembre 2025Avevo messo due stelle, non cinque!
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Agnegne 08 gennaio 2025Bello ma non ci vivrei
Dopo averlo letto a 14 anni ed essere rimasta delusa dal finale (non lo spoilero, sono una brava persona), mi sono data una seconda opportunità, senza troppe aspettative ma con una speranza minima di modificare, anche di poco, le mie percezioni su questo libro. La lettura è stata scorrevole, nonostante le scene narrate non fossero leggere e felici (d'altronde già il titolo non è che infonda particolari good vibes ecco...). In sostanza, la mia opinione su questo libro è leggermente migliorata, sono riuscita a leggere un libro intero in pochissimi giorni dopo un blocco del lettore durato anni, ma il finale...IL FINALE...Paolè, mannaccccc.
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Cristina 18 agosto 2024libro realistico e particolare
Un libro bello e facile da leggere. Le storie dei personaggi principali sono intrecciate da un filo conduttore che è diverso dagli altri libri d'amore che si possono trovare. È l'altra faccia della vita, che pure accade.
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