Ho deciso di leggere questo libro pur non essendo Virginia Benzi tra le mie divulgatrici preferite. Il testo scorre in maniera fluida e piacevole, tanto da poter essere letto in poco tempo, ma purtroppo lascia davvero poco una volta chiuso. La parte forse più interessante riguarda il racconto personale: la storia di Benzi, i suoi ricordi e i pensieri che l’hanno portata ad avvicinarsi alla fisica. Questo lato più intimo permette di intravedere il percorso umano dietro la scelta di una carriera scientifica, e dà al lettore la sensazione di conoscere meglio l’autrice. Sul piano della divulgazione scientifica, però, il libro rimane debole. I contenuti non offrono particolari approfondimenti né riescono a stimolare nuove domande; chi cerca spunti divulgativi solidi e concetti ben spiegati rischia di rimanere deluso. In sintesi, La scienza delle meraviglie è una lettura leggera e scorrevole, più vicina a un memoir che a un saggio di divulgazione. Piacevole per chi è curioso di conoscere il lato personale dell’autrice, ma poco incisivo per chi si aspetta una vera esplorazione del mondo della fisica e delle sue meraviglie.
