I racconti di Belzebù a suo nipote - Georges Ivanovič Gurdjieff - copertina
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I racconti di Belzebù a suo nipote
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Descrizione


Fino al 1924, G.I. Gurdjieff aveva insegnato alla maniera orientale, comunicando le sue idee a un piccolo gruppo di allievi, sempre e solo in modo diretto sia nella teoria sia nella pratica, senza mai permettere loro di trascrivere le indicazioni ricevute. Ma quell'anno, in seguito a un grave incidente, ritenne che fosse giunto il momento di far conoscere l'insieme delle sue idee "in una forma accessibile a tutti". Si trattava cioè di evocarle in un libro che potesse suscitare nel lettore sconosciuto una nuova e inabituale corrente di pensieri; perciò decise di adottare la forma, comune alle grandi tradizioni, di un racconto mitico "su scala universale" e tuttavia incentrato sul problema essenziale: il significato della vita umana. Allora, pur senza abbandonare le sue altre attività, si piegò al mestiere di scrittore, con la prontezza e il vigore che lo caratterizzavano e con quell'abilità artigianale che in gioventù gli aveva permesso di imparare tanti altri mestieri. Qualche anno più tardi non aveva scritto solo un libro, bensì una serie di libri. A questo insieme monumentale diede come titolo "Di tutto e del Tutto". "I Racconti di Belzebù a suo nipote" ne costituiscono la prima parte. Sin dall'inizio intorno al libro si crea una leggenda: il suo carattere insolito fa sì che molti lo dichiarino impubblicabile. E tuttavia nel 1948, un anno prima della sua morte, Gurdjieff ne fa preparare l'edizione in diverse lingue, e nel '50 viene pubblicato in America, in Inghilterra e Austria.

Dettagli

9 luglio 2009
957 p., Brossura
Récits de Belzébuth à son petit-fils
9788854503571

Valutazioni e recensioni

  • Joe_Vanotto
    Capolavoro, non per tutti

    "I racconti di Belzebù a suo nipote" è un volume incredibile e atipico, che fin dall'introduzione mette in guardia il lettore sulla complessità del suo contenuto e sulla pazienza e profondità necessarie per comprenderlo. Un libro non per tutti, ma per chi è intenzionato ad esplorare conscio e inconscio senza pregiudizi né sovrastrutture.

  • FABRIZIO TARTAGLIA

    Per me è un libro straordinario. Dovrebbe essere letto da tutti almeno una volta nella vita, anche se l'autore ne consiglia tre. Ha un metodo di scrittura atto a disincentivare i lettori, che devono produrre uno sforzo cosciente per cogliere quello che l'autore vuole trasmettere. Un libro per molti ma non per tutti, pieno di insegnamenti da leggere tra le righe.

  • LORENZO VIRDIS

    Rare volte smetto di leggere un libro. Ammetto di far parte dei gran pignoli che piuttosto che lasciarlo perdere, cercano di arrivare lo stesso alla fine, ma questa volta non ce l'ho fatta. Sin dall'inizio mi son chiesto se fosse serio o cosa, e provissoriamente avevo cercato di prenderlo come un "buon fantasy". Ma proseguendo la lettura, pareva facesse sul serio, e tra le miriadi di parole inventate a muzzo - stile "proprvioarklathansutantha" - e avendo la faccia tosta di dare loro concetti non solo importanti, ma essenziali, in quanto ne aggiunge altri che alle volte si rifanno ai precedenti; dicevo, tra le parole inventate, la storia umana stessa inventata, e considerando che non ha dato uno straccio di insegnamento (e voleva pure "distruggere senza pietà le credenze")... non so, a me è sembrata nel migliore dei casi un'assurda buffonata, e certamente perdita di tempo. Mgari più avanti avrebbe detto altro, non so. Mi son fermato a pagina 230-50 circa, perché a un certo punto ho cominciato a leggere velocemente, speranzoso di ricavarci qualcosa di buono. Se si vuole cercare maestri spirituali, ce ne sono molti che in 200 pagine riescono a dire molto di più, invece che scrivere idiozie e nomi strampalati,

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Foto di Georges Ivanovič Gurdjieff

Georges Ivanovič Gurdjieff

GEORGES IVANOVIC GURDJIEFF nasce nel quartiere greco di Alexandropol in Cappadocia, nella parte russa del confine tra Russia e Turchia, in data dubbia (1877 secondo il passaporto e i familiari, 1866 secondo Gurdjieff), da padre greco e madre armena. Dopo aver attraversato in lungo e in largo l'Asia centrale col gruppo dei 'Cercatori di verità' ed essere entrato in contatto con varie fonti di insegnamento, in particolare confraternite sufi, cerca a lungo una sede adatta per il suo 'Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo', che stabilisce infine in Francia, a Fontainebleau, nel 1922. Dal 1933 al 1949, anno della sua morte, vive a Parigi trasmettendo il suo insegnamento principalmente ad allievi inglesi, francesi e americani e tenendo letture private delle tre serie di scritti su cui...

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