Tre donne, tre coscienze, meglio ancora tre spazitempi (è uno dei plurali accettabili, ho verificato), individuati ognuno nella trama fitta dell'universo umano dalla propria costante, ritagliati con precisione sartoriale e fatti scorrere all'interno della protagonista come pellicola nel proiettore, e da questa riprodotti in alta fedeltà nell'anima del lettore. Tre film profondi, non leggeri, a tratti quasi noiosi - forse, o forse è solo una pausa concessa allo spettatore per assorbire completamente i contenuti, non lo so ancora - da cui non si esce uguali a come si è entrati. Buona visione
Le ore
Negli anni Venti a Richmond, un sobborgo di Londra, Virginia Woolf è in cerca dell'ispirazione per il suo nuovo romanzo, assistita amorevolmente dal marito che tenta di domare il suo spirito inquieto. Negli anni Quaranta, a Los Angeles, Laura Brown è una giovane madre di famiglia che cerca nelle pagine di "La signora Dalloway" una via di fuga dalla routine domestica. Negli anni Novanta a New York, Clarissa Vaughn, soprannominata signora Dalloway, esce dal suo appartamento nel Greenwich Village per comprare dei fiori per Richard, un amico poeta che sta combattendo il male del decennio. Tre donne che sembrano non avere nulla in comune, se non il romanzo di Virginia Woolf, e che pure sono unite da un filo sottile che lega le loro storie attraverso luoghi ed epoche diverse.
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Anno edizione:2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Erman79 16 settembre 2025Non se ne esce uguali a prima
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lingegnerechelegge 05 febbraio 2022tre donne e tra donne
Tre donne e tra donne, si dipana la narrazione della comune incompiutezza, la cui spiritualità è compromessa dall’operosità del giorno. Il senso del dovere contrapposto all’esserci, dove la metacomunicazione si fa stasi estatica, una presa d’atto catartica. E intanto la vita scorre e così per gli amori si conclude.
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Altre recensioni prima della mia hanno delineato il contenuto di questo piccolo capolavoro, quindi non desidero ritornarci qui. Voglio invece condividere le sensazioni contrastanti che ho provato durante la lettura. La sfera emozionale è certamente preponderante in questo romanzo. Cunningham ci conduce per mano attraverso tre momenti storici diversi, svelandoci i pensieri più profondi di tre donne diverse, ma unite da un sentire comune (comune sicuramente anche a molte di noi attuali lettrici). Per tutte e tre le protagoniste la letteratura ha un ruolo importantissimo nelle loro vite, come lo ha nella mia, ed è forse per questo che ho letto tutto il libro con un costante turbinio di sensazioni che si mescolavano: gioia, compiacimento, angoscia, senso d'identità... Le tre protagoniste, così lontane nel tempo e nello spazio, sembrano ricongiungersi in un'unica figura di donna, sublimata nella signora Dalloway che è il personaggio nato dalla penna della Woolf e che è, in ultima analisi, la donna moderna di oggi, con tutte le sue fragilità, con la sua profondità, il suo anticonformismo e la sua voglia viscerale di essere altro dal ruolo fisso e immobile di moglie-madre cui l'ha sempre relegata la società. Cunningham dimostra che la letteratura è un rifugio sublime in cui, tanto in veste di autrici che di lettrici, le donne di ogni tempo si sentono finalmente libere (e senza sensi di colpa) di essere se stesse, cioè di essere quelle creature così complesse e complete che mai lo sguardo di chi le circonda riesce veramente a cogliere.
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