Night Train

Oscar Peterson e Norman Granz: il genio del pianoforte e il grande impresario: difficile trovare, nella lunga esperienza del fondatore delle etichette Clef, Norgran, Verve (nella quale le prime due confluirono) e in seguito Pablo un sodalizio altrettanto fruttuoso e duraturo. Il giovane Peterson era un prodigio del pianoforte, ma nato in Canada – e quindi forse destinato ad una certa marginalità – quando Granz lo portò nel 1949 ad aprire un concerto della mitica serie Jazz at the Philharmonic davanti ad un pubblico incredulo stipato nella prestigiosissima Carnegie Hall di New York: fu il vero decollo di una carriera straordinaria. Con lui quel giorno c’era Ray Brown al contrabbasso: un duo estemporaneo destinato diventare un’amicizia ed un tandem perfetto nei decenni a venire. Ora, facciamo un balzo in avanti di tredici anni (dicembre 1962), e ritroviamo Peterson e Brown in studio, insieme con il magnifico Ed Thigpen (uno in grado, all’occorrenza, di suonare la batteria sottovoce con uno swing propulsivo: non è da tutti) e, in cabina di regia, ancora una volta Norman Granz. Il quale aveva sì nel frattempo venduto l’etichetta Verve, ma era ancora il manager di Peterson. Pare che a lui – che aveva scoperto Peterson ascoltandolo alla radio! – si debba la scelta, in questa occasione, di contenere la durata dei brani per favorirne la diffusione radiofonica. Classici di Count Basie e Duke Ellington, successi R’n’B, un blues di Milt Jackson, il timing straordinario scandito dal piatto chiodato di Thigpen… ecco NIGHT TRAIN: non certo l’unico “album perfetto” di Peterson, ma di sicuro il più (meritevolmente) famoso.