La morte non esiste, sembra una bellissima utopia eppure così meraviglioso non è. L'immortalità diventa davvero un mostro più grande della morte, chi è malato non muore mai ed è destinato a soffrire per l'eternità, è sfiancante vivere per sempre. La scrittura per me è stata davvero innovativa, lo scrittore si rivolge al lettore in prima persona, chiede, risponde e spiega. Il finale è davvero meraviglioso e sorprendente e compie come un salto per ritornare al momento in cui tutta la storia ha avuto inizio.
Le intermittenze della morte
In un non meglio identificato Paese, allo scoccare della mezzanotte di un 31 dicembre, s'instaura l'eternità, perché nessuno muore più. L'avvenimento suscita a tutta prima sentimenti di giubilo e felicità, ma crea anche scompiglio in ogni strato sociale: dal governo alle compagnie di assicurazione, dalle agenzie di pompe funebri alle case di riposo e, soprattutto, nella chiesa, la cui voce di protesta si leva alta e forte: senza morte non c'è più resurrezione, e senza resurrezione non c'è più chiesa... Dopo sette mesi di " tregua unilaterale", con una missiva indirizzata ai mezzi di comunicazione, la morte dichiara di interrompere quel suo "sciopero" e di riprendere il proprio impegno con l'umanità.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Anno edizione:2005
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STEFANO ZEPPILLI 03 dicembre 2011
"Il giorno successivo non morì nessuno". Saramago ci fa entrare senza preamboli in un mondo assurdo e irreale che, dopo poche righe, diventa subito il nostro mondo, quello che non vorremo mai riporre sul comodino. La morte decide di non fare più il proprio lavoro donando agli uomini una vita eterna tutta terrena. Ben presto i problemi sono maggiori dei vantaggi e la morte torna al lavoro inventandosi solo una modalità differente. Saramago mette in risalto tutte le debolezze umane, ma lascia aperta una speranza legata ad un uomo diverso capace di amare un altro essere vivente. Le pagine finali sono bellissime (credo le più belle che abbia mai letto). L'amore e la morte sono legate tra loro in un abbraccio indissolubile. Imperdibile.
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ANDREA VITALE 10 dicembre 2010
Un esilarante Saramago che si prende burla della morte, ma soprattutto delle debolezze umane. Invredibile ma vero, l'uomo riesce sempre a rovinare tutto ciò che di bello potrebbe riservare la vita. L'uomo non riesce ad approffitare di una notizia meravigliosa come la sconfitta della morte. Tutti ne approfittano per trarne un guadagno, i politici, la chiesa, le mafie, tutti speculano costringendo la morte a sospendere questo strano sciopero. Divertentissimo ed ironico.
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