Terminare un bel romanzo delle volte si rivela, almeno per me, una trappola fastidiosa. Rimango con quella felicità mista a confusione che immagino provi la vittima di un sequestro quando viene rilasciata nel mezzo di una strada di campagna isolata: ho solo un vago ricordo di quello che ho passato, non so da dove vengo né dove sono al momento, non ho la più pallida idea di cosa fare ora. L'aria è fresca però, e sono libero. Blatty non è certo stato un carceriere tenero, mi ha tenuto sotto stretto controllo tutto il tempo concedendomi solo rari momenti di riposo e qualche boccone per tenermi in vita, ed una volta incassato il riscatto mi ha restituito al mondo con la stessa gentilezza con cui mi ci ha sottratto. L'ho adorato per questo, i miei cari un po' meno
