Basta un gesto banale – un uomo che decide di tagliarsi i baffi - per ritrovarci in un’inquietante spirale psicologica. Da quell’atto minimo nasce un dubbio che si espande come una crepa e il protagonista scivola in un inquietante smarrimento dell’identità. Carrère racconta con stile asciutto e implacabile il momento in cui il mondo smette di rispondere, quando ciò che è familiare diventa improvvisamente estraneo. Il romanzo è un’esperienza del perturbante: l’ordinario si trasforma in incubo, la percezione diventa inganno, e l’io si dissolve nella mancanza di riconoscimento. Come in Pirandello, anche qui emerge l’instabilità dell’identità che diventa una fragile costruzione che vive nello sguardo degli altri. Tuttavia, Carrère porta questa intuizione oltre la riflessione filosofica: la rende fisica, claustrofobica, paranoica al punto di portare il protagonista a una scelta drastica. “I baffi” è un romanzo breve ma potentissimo che, a partire da un dettaglio insignificante, finisce per mostrare quanto sottile sia la linea che ci separa dalla follia, certezza e disorientamento, io e mondo. Testo breve, da leggere sicuramente, anche se non particolarmente avvincente quanto disturbante.
I baffi
È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giuls 05 ottobre 2025Vitangelo Moscarda… sei tu??
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V 08 settembre 2025Da leggere assolutamente
Comprato perché la trama mi ha divertito parecchio, e il libro è stato un "colpo di scena" dietro l'altro...meglio non dire altro, leggilo!!
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AliceIordache 25 agosto 2025Thriller psicologico
Thriller incredibile, storia che vi porterà nelle ultime pagine laddove non pensereste minimamente di poter arrivare. Magistrale Carrère come sempre. Consiglio fortemente la lettura
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