I fumetti della serie in ordine cronologico
Emil Ferris ha ridefinito i confini del graphic novel con un’opera stratificata e radicale, che fonde noir, memoir, storia e poesia visuale. La mia cosa preferita sono i mostri è un inno alla diversità, un racconto di formazione folgorante, e un tributo struggente all’immaginazione come forma di resistenza. Una saga che può contare su una ricchezza notevole di tematiche e stili grafici. Karen, bambina di 10 anni, racconta la sua vita, le sue sensazioni e le sue preoccupazioni attraverso il suo quaderno scarabocchiato e illustrato. Ma i mostri che affollano le sue pagine non provengono solo dai film in bianco e nero o dai pulp magazine che ama leggere. I veri mostri sono la guerra, la discriminazione, l’antisemitismo, i segreti di famiglia e la violenza che si annida nella normalità. Siamo nella Chicago del 1968, tra la marcia di Martin Luther King e le ombre della Guerra del Vietnam, e Karen – che nel suo diario si disegna come un licantropo – cerca di capire chi ha davvero ucciso Anka, la sua affascinante vicina sopravvissuta ai campi di concentramento.
Nel secondo volume, Emil Ferris scioglie i misteri lasciati in sospeso e ci restituisce Karen cresciuta, ma ancora ostinatamente determinata a scoprire la verità. Con la sua lente da detective e una sensibilità fuori dal comune, affronta la perdita, la menzogna, la Storia. E soprattutto si interroga – con sguardo spiazzante e infantile – su cosa significhi essere umani, in un mondo che spesso è tutto fuorché umano.